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Festival della Mente 2024 a Sarzana: da Alessandro Barbero al “Pulitzer” Thanh Nguyen

E’ stato presentato il programma della XXI edizione del Festival della Mente (30 agosto – 1 settembre), il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee, a Sarzana. Quest’anno il tema è la gratitudine

Il programma del Festival della Mente 2024, a Sarzana da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre, spazia da Alessandro Barbero al “Premio Pulitzer” Thanh Nguyen, vertendo sul tema della gratitudine. La XXI edizione del primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee , con la direzione di Benedetta Marietti, accoglierà le voci di personalità di spicco del panorama culturale contemporaneo – scrittori, scienziati, filosofi, storici, sportivi, psicoanalisti, antropologi e artisti – le cui riflessioni si intrecceranno con il concetto di gratitudine, filo conduttore della nuova edizione. Ecco alcuni dei preziosi momenti in cartellone.

Alessandro Barbero

Lo storico Alessandro Barbero, nella conferenza Il delitto Matteotti o dell’ingratitudine – il cui bis, previsto domenica 1 settembre, sarà trasmesso anche in streaming – approfondisce una delle pagine più drammatiche del Novecento italiano. La tragica vicenda dell’uccisione di Giacomo Matteotti offre uno squarcio scandaloso e farsesco sui retroscena del regime di Mussolini: un intreccio grottesco di minacce e accuse reciproche, tra il Duce e i suoi fedeli collaboratori, che la dice lunga sulla statura morale dei protagonisti della “rivoluzione” fascista.

La storia dell’Italia moderna è fondata su ingratitudine e tradimento, grandiosità e piccinerie, elementi che fanno passare in secondo piano la sua grandezza. Contribuiscono a questo racconto i patrioti risorgimentali, infedeli ai sovrani per fedeltà all’ideale unitario, e le giravolte nelle alleanze internazionali durante i conflitti mondiali. Il carattere degli italiani – l’identità di un popolo – si costruisce attraverso grandi narrazioni, con il rischio che queste diventino una trappola, quando smentite dalla realtà.

Tra letteratura e arti: parole e storie di gratitudine

Cosa significa essere allo stesso tempo un rifugiato vietnamita e un americano? Lasciarsi alle spalle una guerra ma instaurare un rapporto conflittuale con il paese che ti accoglie? È un dualismo molto complesso, tra adattamento e ricerca di una nuova appartenenza. Integrando la memoria del passato con il presente, però, si può trovare un nuovo equilibrio e sviluppare un senso di gratitudine. Il premio Pulitzer Viet Thanh Nguyen e la giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi, in Una nuova gratitudine, affrontano temi fondamentali per comprendere il mondo che ci circonda: l’identità, la memoria, la fine del sogno americano e la forza della letteratura.

Raccontare storie significa colmare un vuoto, trasformare un fardello di dolore e silenzio in una fonte di crescita e speranza. È questo lo spirito che guida i romanzi di Colum McCann, autore irlandese di fama internazionale. I suoi libri riflettono sul grande potere dell’ascolto, sulla capacità di aprirci alla complessità e alla comprensione degli altri. In un mondo sempre più diviso, con un’umanità sempre più ferita, prestare ascolto al prossimo è un atteggiamento oltremodo necessario. McCann ne discute, in La gratitudine dell’ascolto, con lo scrittore Alessandro Zaccuri.

Perché siamo grati alla letteratura? Perché è il luogo migliore per esplorare il male – spiegherà nella sua conferenza la scrittrice Silvia Avallone. Leggendo un romanzo siamo chiamati a diventare gli altri: coloro che il male lo hanno compiuto (come i protagonisti di Delitto e castigo) o che lo hanno subito (i vinti di Verga). Uno degli insegnamenti più importanti che possiamo trarre dai libri è che ognuno di noi contiene in sé entrambe le possibilità, quella del bene e quella del male, e che ogni persona non è solo la sua colpa o il suo trauma. Non siamo definizioni, ma storie di libertà e cambiamento, sempre più forti del male che ingabbia.

Pensieri di gratitudine: scienza, psicologia, benessere

Torna al festival lo psicoanalista Massimo Recalcati, protagonista di due incontri sul desiderio e la gratitudine. In Gesù, uomo di desiderio Recalcati dipinge un ritratto di Gesù che scardina il giudizio dei suoi nemici – i sacerdoti del tempio, gli scribi, i dottori della Legge – quello di uomo empio e narcisista, di falso profeta, di malfattore e frequentatore di prostitute. Loro non sanno però cosa significa spendere tutta la propria vita nell’amore e nella gratitudine, desiderando e amando la vita. Con la sua testimonianza Gesù mostra invece che la Legge non è nemica del desiderio, bensì il suo sostegno più proprio.

Gesù restituisce la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, rialza i paralitici, moltiplica pani e pesci e, soprattutto, fa risorgere e risorge dalla morte. Come leggere la sua potenza (dynamis) senza ridurla al prodigio sovrannaturale? In Miracoli del desiderio Recalcati spiega che la forza del desiderio è il vero miracolo che il figlio di Dio porta in questo mondo. Non è importante quanto lunga sia una vita, ma quanto sia capace di allargare il suo orizzonte, di generare frutti e gratitudine.

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