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martedì, Settembre 10, 2024
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Il ritorno dei La Crus: “Colpa di un fonico e di una cena”. Video intervista

La band dei La Crus presenta il nuovo album di inediti “Proteggimi Da Ciò Che Voglio”, che include “Mangia dormi lavora ripeti”, un singolo “dopo quasi 18 anni”

“Proteggimi Da Ciò Che Voglio” è il nuovo album dei La Crus e include il primo estratto inedito “Mangia dormi lavora ripeti“, un singolo “dopo quasi 18 anni”. A dirlo è Mauro Ermanno Giovanardi, insieme a Cesare Malfatti e Alessandro Cremonesi, in questa video intervista realizzata da Paola “Onde FunkyGallo.

Mangia dormi lavora ripeti

La canzone, parola dopo parola, rincorre – quasi fosse una sorta di mantra – quello che la vita riserva ai più, ovvero una routine quotidiana che lascia poco, pochissimo spazio a ciò che non è lavoro, in qualsiasi forma esso sia. Il tema, di per sé ben più che complesso, si alleggerisce e arriva dritto grazie ad un lavoro musicale, ad un testo e a una melodia che procedono con un incedere veemente che sembra togliere il fiato.

“Il lavoro da remoto durante la pandemia ha fatto impennare i livelli di stress dei lavoratori anche per l’impossibilità di avere una cesura netta tra vita domestica e vita lavorativa. In molti siamo stati vicini all’esaurire ogni capacità emotiva. Invece di riflettere su ciò che era importante ci sforzavamo di mantenere livelli di prestazione insostenibili, soprattutto dentro una tale esperienza collettiva di ansia e di lutto”.

La Crus

Proteggimi Da Ciò Che Voglio

Così viene varato l’atteso ritorno dei La Crus, la band che come nessun’altra ha saputo permeare di futuro quello che negli anni ’90 era il loro presente, con canzoni e suoni ancora oggi più che attuali. L’album anticipa già dalla copertina riflessioni e sentimenti presenti nell’esistenza di ciascuno di noi.

“Quelle macchie sono ciò con cui ci affrettiamo a riempire gli spazi, il tempo, i silenzi, gli stomaci, per colmare con qualcosa l’horror vacui che non siamo in grado di sopportare. Sono le merci, tutte quelle cose di cui ci riempiamo la vita mentre lasciamo che si svuoti di senso. Sono la cosa eccedente che disturba l’equilibrio, ma senza la quale ormai sembra non esistere neppure ciò che le sta dietro, senza le macchie anche tutto il resto scompare. Come nel Quadrato Nero Su Fondo Bianco di Kazimir Malevič”.

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