Unicamente in quest’angolo della Tuscia, i boschi producono tanta bontà
La rinomata sagra del fungo porcino di Oriolo Romano è un evento che celebra la ricchezza culinaria e la tradizione di questa regione incantevole. Con il suo nome scientifico, “Boletus edulis”, che evoca l’antica sapienza latina nel riconoscere i doni della terra, il porcino si distingue come una prelibatezza senza pari. Questi funghi, apprezzati non solo dagli umani ma anche dai maiali, sono un tesoro nascosto nei boschi lussureggianti di Oriolo Romano, dove la natura si mostra generosa e prodiga.
La diciannovesima edizione della sagra non è solo un omaggio alla delizia dei porcini, ma anche un’esperienza culturale che si intreccia con la storia e l’arte del luogo. La preparazione dell’evento è un’opera d’arte culinaria che richiede dedizione e passione, elementi che si riflettono in ogni piatto servito. Dalla zuppa di porcini, simbolo di calore e accoglienza, alle fettuccine, offerte anche nella variante senza glutine, ogni pietanza è un inno alla bontà di questi funghi. E non si può dimenticare il cremolato di more, dolce conclusione di un pasto ricco e soddisfacente.
Oriolo Romano, situato a breve distanza dalla capitale, è un borgo che incanta con la sua piazza Umberto I, dove la Fontana delle Picche danza con l’acqua e la storia. Il Palazzo Altieri, maestoso, veglia sulla piazza, mentre la rosa dei venti disegnata sulla pavimentazione guida i visitatori in un viaggio attraverso i punti cardinali. Le chiese di S. Giorgio e S. Anna, insieme al Convento di S. Antonio da Padova, sono testimoni silenziosi di una fede e di una bellezza che trascendono il tempo.
La sagra è un appuntamento imperdibile per chiunque apprezzi i sapori autentici e la scoperta di luoghi ricchi di storia e fascino. È un’occasione per celebrare la comunità, la tradizione e la generosità della natura, che in questo angolo di Tuscia si esprime con una bontà ineguagliabile. Chi ha avuto il piacere di partecipare una volta, sarà certamente tentato di tornare, attirato dal richiamo irresistibile dei porcini e dall’ospitalità calorosa di Oriolo Romano.