Una breve storia del calcio italiano al femminile dal 2017 ad oggi, passando per Sara Gama, emblema del movimento e autrice del libro “La mia vita dietro un pallone“
Il movimento calcistico italiano al femminile gode di una nuova immagine e di un percorso di crescita che porta verso il professionismo con la discesa in campo della Juventus nell’estate del 2017. Prima di allora nessuna pubblicità sui media nazionali e nessun interesse da parte delle televisioni. Senza questi mezzi che portano a conoscenza del grande pubblico le gesta delle calciatrici è come se il campionato non esistesse.
Le ragazze godono di piccoli momenti di celebrità sporadici, frutto di morbosa curiosità come quando nel Fiamma Monza gioca la moglie di Ronaldo (2001-03). Nessuno ricorda gli scudetti della Sassari Torres (record con 7). Carolina Morace e la goleador Panico fanno parte di un passato che portava le ragazzine a dover giocare con i maschi, ad allenarsi in piccole realtà senza strutture e a doversi confrontare con le prese in giro e i luoghi comuni.
Anche la Juventus comincia con un ritiro estivo in uno sperduto paesino della montagna valdostana e senza clamore immediato. Il primo campionato, vinto ai rigori nello spareggio contro il Brescia, segna un punto a favore delle donne. Gli spettatori crescono e i media iniziano ad interessarsi alle storie delle ragazze. Studiose, intelligenti e portatrici sane di una vera passione per il calcio che non si vede più sui campi maschili dove tutto viene vissuto e raccontato in base al business.
Emblema del movimento è il capitano della Juve e della nazionale Sara Gama che riesce a portare avanti le battaglie sindacali delle ragazze grazie al sostegno della Federazione che si prende cura del campionato femminile dalla stagione 2018-19. Il resto è storia recente. Un campionato sempre più importante. La Juve e la Roma (campione in carica), il Milan e l’Inter poi il Napoli e la Fiorentina.
Le grandi piazze arrivano una dopo l’altra e il divario con il grande calcio europeo si assottiglia sia a livello di club che di nazionale. Dal 27 aprile 2022 la svolta: le donne sono professioniste e come tali vengono trattate seppur limitatamente al campionato di serie A. Quando arriva il professionismo finiscono le caratteristiche tipiche dei dilettanti. Passione, fair play e nessuna polemica: soltanto gioco.
E si comincia a prendere esempio dal calcio maschile con le discussioni arbitrali, gli episodi poco sportivi, gli insulti alle calciatrici avversarie e il classico del mondo del calcio: l’esonero dell’allenatore. La Juventus comincia la sua storia vincente con Rita Guarino e la prosegue con Joe Montemurro che prima dei playoff-scudetto di questa stagione viene, a sorpresa, esonerato. Incompatibilità con l’ambiente, discussioni coi tifosi, mancanza di risultati, assenza di dialogo con le giocatrici, a parte la comunicazione della formazione che deve scendere in campo. Fine di un’era romantica, benvenuti nel club degli OUT!