Ecco alcuni artisti che apprezziamo e da tenere d’occhio: li abbiamo visti nella serata del sabato del Mi Ami, il festival dei baci e delle bella musica italiana a Milano
Il Mi Ami Festival 2024 diventa maggiorenne, con la sua 18esima edizione, e da Milano continua a dispensare baci, abbracci e musica “importante”. La coda fuori dal Circolo Magnolia, nel parco sulle rive dell’Idroscalo, è sempre più lunga. Quest’anno poi la festa si è aperta con il concerto dei CCCP – Fedeli alla Linea il giovedì al Carroponte, per un weekend di canzoni e gioia davvero lungo, fino alla domenica. Noi siamo stati alla serata del sabato: ecco alcuni artisti che amiamo o comunque da tenere d’occhio.
Lamante: 7+, un nome da segnarsi
Giorgia Pietribiasi in arte Lamante è la nuova ragazza con la chitarra, anche la nuova metallara punkettona con la chitarra acustica in braccio. Sul palco ha una grande energia, una presenza scenica potente, una band notevole, sonorità intense, emozioni e rabbia da urlare dentro il microfono. “Tu non chiamarmi bella, non lo sono mai stati, tu non chiamarmi”, grida in una delle canzoni del suo primo album “In memoria”.
Ditonellapiaga: 7,5 – Lo sguardo nel futuro da popstar
Margherita Carducci alias Ditonellapiaga appare sul palco, sopra ad un altro palchetto aggiuntivo, una matrioska di palchi praticamente, sopra a delle enormi zeppe rosse. Lo show è pensato per avere l’impatto della popstar, con l’artista – cantante e anche un po’ danzante – al centro. La band contribuisce con una “divisa” da rugby con la scritta “Flash”: è il titolo del nuovo disco, per un electro-pop incalzante.
Sul palco appaiono a sorpresa Gaia e Whitemary per due bei duetti girl power. Sopra le teste del pubblico ballante sulle note di “Chimica” (ricordi il Festival di Sanremo con Donatella Rettore?) girano i droni: rivedersi nelle immagini, poi, è divertente.
Tropico: 7,5 – Le parole, il suono, Napoli
Davide “Tropico” Petrella può essere un esempio, di impegno soprattutto, per chi vuole lavorare nella musica. Bravo cantautore, in questi anni si è affermato come grande autore delle canzoni di casa nostra. Se guardi il Festival di Sanremo, puoi star cert* che troverai la sua firma in più di un brano. Una curiosità: questa era la sua prima volta al Mi Ami Festival.
Una bella occasione per sentirlo dal vivo, dunque, con la sua nutrita band, ricca anche di fiati e coristi. Dal palco arriva una sensazione di cantautorato fatto bene, di buon gusto musicale e soprattutto di nuovo Neapolitan Power – Pino Daniele ha bisogno di eredi che siano all’altezza -, con il dialetto napoletano molto presente e apprezzato nella scena contemporanea (vedi alla voce Liberato, Geolier…). Poi ci sono i suoi pezzi, quelli da solista in prima linea, che si stanno prendendo sempre più il loro spazio.
A proposito di Pino, il suo brano “Che mme lassat’ a fa” era secondo uno dei più interessanti dell’estate 2023 e iniziava proprio con “un’apucundria” cara al compianto cantautore partenopeo. E poi soprattutto c’era quel ritornello da strapparsi le corde vocali:
Angelica: 7+, il fascino giovane della nostalgia
Sul palco “Champions” c’è un po’ di ritardo, sono cose da festival che ti permettono di scoprire anche altri artisti, e così incappiamo nella giovane cantautrice Angelica che canta di nostalgie, di storie che finiscono sempre soprattutto se sono d’amore. Il suo album è “Sconosciuti Superstar”
Selton, 7/8: i ragazzi sono in 3, no in 5, in 7-8…
Da qualche tempo i Selton sono rimasti in tre, prima erano in quattro, ma in realtà sul palco erano almeno in 5, anche se continuavano a comparire amici, musicisti e ospiti a sorpresa. E così la magia italo-brasiliana si è rinnovata ancora una volta, per un gruppo di ragazzi ai quali è impossibile non voler bene, fin dai tempi in cui Fabio Volo nel suo programma da Barcellona ha cominciato a farli conoscere al grande pubblico italiano. Allora erano quasi degli artisti di strada, oggi sono artisti e basta.
E così accanto ai Selton compaiono Gaia, Ginevra, qualche Tropea… La platea della Collinetta scoppia di persone con i piedi sporchi di fango e i cuori entusiasti. Del nuovo album “Gringo Vol. 1” è stata particolarmente apprezzata la cura nella produzione.
Tre Allegri Ragazzi Morti: un 8 per ogni decennio
Hanno suonato al primo MI AMI nel 2005, poi ci sono tornati diverse volte e ora nell’anno del loro trentennale si esibiscono per tutte le serate del festival con un live ogni sera diverso dedicato a un decennio della loro carriera. Così la sera del sabato è quella degli anni 2000: si parte con il reggae, si tocca il rock, si sfiora il punk, si canta, si ride, si piange.
In scaletta “Il mondo prima”, “Signorina Primavolta”… Non si sa come mai in Italia non ricevano il giusto riconoscimento canzoni bellissime come “Alle anime perse“, che andrebbero insegnate a scuola per quanto sono giuste e perfette, oltre al fatto che questa in particolare è la nuova “4 marzo 1943”.
Ex-Otago: 7,5 – Una cartolina di Auguri
Da Marassi arriva un carico di buona musica e belle vibrazioni, con la prima data del nuovo tour degli Ex-Otago, freschi di pubblicazione dell’ultimo disco “Auguri“. La loro performance si fa apprezzare anche per il momento dedicato ai temi di genere e per la capacità di non rinnegare il passato: tutta la Collinetta canta in coro e con gusto “Costarica”. Sai che qualche tempo fa la formazione includeva un rapper?
Willie Peyote: 8, l’intelligenza e la fantasia al potere
Il rapper-cantautore sabaudo porta sul palco “Sulla riva del fiume” – c’è pure il pezzo per Giorgia – e il suo repertorio. A proposito della title-track, è un pezzo che lascia il segno per lucidità e amarezza: “So che se sbaglio è colpa mia…”.
I Ministri: 7/8, musica suonata forte dal 2006
Prima di andare via e darsi appuntamento al prossimo bacio al Mi Ami, passiamo a farci investire dall’ondata punk rock de I Ministri, di casa al festival, di casa a Milano, di casa anche senza un tetto, basta la musica. Federico Dragogna (paroliere, chitarra e cori), Davide “Divi” Autelitano (voce e basso) e Michele Esposito (batteria) sfondano tutto.