Anticipa l’album “Sulla riva del fiume”, che esce domani: 6 tracce inedite per raccontare
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La voglia di scrivere prima e quella di suonare poi, la voglia di stare con la band in studio e arrivare poi sul palco. Tutto questo è “Sulla Riva del Fiume” il nuovo disco di Willie Peyote e tutto questo sarà il SULLA RIVA DEL TOUR, la serie di appuntamenti dal vivo che lo porteranno con la sua band dal 25 maggio per tutta l’estate in giro per l’Italia.
“Sulla Riva del Fiume”, più che un EP possiamo dire che è la prima parte dell’album che andrà a chiudere la trilogia Sabauda iniziata con “Educazione Sabauda” (2015) e proseguita con “Sindrome di Tôret” (2017). Peyote e la band hanno registrato in presa diretta e, sia come suoni che come attitudine, è stato un ritorno alle origini.
“Sulla Riva del Fiume” non ha dietro un vero e proprio concept ma “la voglia di fare della musica che ci piacesse. Avevo voglia di fare musica che mi piacesse scrivere, suonare, registrare. È un disco più di pancia che di testa anche se ovviamente la testa non è possibile allontanarla del tutto dalla mia vita. È un disco sulla voglia di fare musica, sulla reazione uguale e contraria al disco precedente (“Pornostalgia”) che sente l’influsso del tour e della musica che ascolto continuamente, che mi stimola da sempre come Paolo Conte, Amy Winehouse e Arctic Monkeys”, racconta Willie Peyote.
Questo, secondo Willie Peyote, è un disco al plurale: scritto, suonato, prodotto a più mani insieme alla sua band, amici e musicisti con cui ogni volta si ritrova sul palco: “abbiamo provato i pezzi prima di andare in studio a registrarli esattamente come quando proviamo per andare in tour e il risultato è stato quello di brani che sono cambiati in studio grazie alla band. Sono molto soddisfatto del risultato, il piacere che ho provato nel fare questo disco va oltre al disco stesso, oltre il dovere”.
Ad anticipare l’uscita di “Sulla Riva del Fiume” uscirà giovedì 25 aprile (giorno scelto non a caso) “Giorgia nel Paese che si meraviglia”, la storia di un amore mai davvero finito, quello tra una parte dell’Italia e il fascismo. “Come quando due ex fidanzati si rincontrano dopo tanto tempo e si ritrovano ancora innamorati (come l’Italia e il Fascismo). Basta una scintilla per riaccendere la fiamma e farla tornare ad ardere come allora”, racconta Willie Peyote.