Lo storico fumetto Topolino pubblica la storia “Zio Paperone e l’Oro Trasmigrante” sulla biodiversità, tema cardine dell’attività del National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca italiano sulla biodiversità
Nel numero di Topolino oggi in edicola, la biodiversità sarà al centro della storia “Zio Paperone e l’Oro Trasmigrante“, sceneggiata da Bruno Enna e disegnata da Giampaolo Soldati. In questa intrepida avventura un’inedita squadra di paperi, composta da Zio Paperone, Paperino, Archimede Pitagorico, Pico De Paperis e da Qui, Quo e Qua, si addentra tra le cave del Colorado alla ricerca di oro, trovando invece un enorme patrimonio di biodiversità, il vero tesoro dell’umanità.
I giovani paperi, grazie agli insegnamenti degli scienziati che li accompagnano, istruiranno anche l’avido zio Paperone sull’importanza della natura, dimostrandogli che la vera ricchezza del pianeta è quella della vita e della diversità naturale.
La responsabilità di tutelare la biodiversità, considerata da Qui, Quo e Qua il “termometro della salute della terra”, coinvolge tutti a partire dalle nuove generazioni e proprio per monitorare, conservare, ripristinare e valorizzare la biodiversità è nato il National Biodiversity Future Center, il primo centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità.
Il progetto NBFC
Il National Biodiversity Future Center è coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) con 2000 scienziati e scienziate, di cui 600 giovani. Finanziato dal PNRR comprende 48 enti tra università, centri di ricerca, fondazioni e imprese su tutto il territorio nazionale. E’ uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera che coinvolge istituzioni e imprese in tutta Italia.
Con NBFC parte dall’Italia un messaggio concreto per promuovere la gestione sostenibile della biodiversità, che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta ed è alla base della vita sulla Terra, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo.
La varietà biologica in tutte le sue forme, dai microbi alle piante e agli animali, fino alla specie umana con le sue diversità culturali, è nel Mediterraneo – e in particolare in Italia – un patrimonio ancor più prezioso, visto che nel nostro Paese è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l’Europa, con 60.000 specie animali, 10.000 piante vascolari e oltre 130 ecosistemi.
Per studiare e tutelare questa ricchezza – la cui protezione ora è sancita anche dall’articolo 9 della Costituzione italiana, modificato nel febbraio 2022 proprio per includere il riferimento al concetto di biodiversità, unitamente alla nuova formulazione dell’articolo 41 circa la tutela della salute e dell’ambiente – nasce NBFC, il primo Centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità.
NBFC è composto da una rete nazionale estesa di università, centri di ricerca, associazioni e altri soggetti privati e sociali, attraverso le quali il Consorzio ha la possibilità di intraprendere azioni concrete, efficaci e immediate, per arrestare la perdita di biodiversità, contribuendo a perseguire l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030, come chiede l’Unione Europea, e promuovendo, nella scienza e nella politica, i processi di conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità.
Saranno create reti di collegamento tra la comunità scientifica, le amministrazioni nazionali e locali, il mondo imprenditoriale e i territori. Saranno sviluppate nuove tecnologie per migliorare la ricerca, creando nuove opportunità di lavoro e formando, come prevede il PNRR, una nuova classe di ricercatori, cioè gli scienziati di domani.
Progetto finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU
Istituito e finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), NBFC è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Il Centro ha ricevuto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025 e svolge un’attività di importanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.