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martedì, Settembre 10, 2024
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Vasco Brondi, “Un segno di vita”: la video intervista

“Un disco pieno di fuochi da custodire che bruciano e illuminano”

Scritto da Vasco Brondi, “Un segno di vita” è un disco figlio della volontà di raccontare la contemporaneità, senza mai dimenticare la scintilla di eternità che deve esserci in ogni cosa. Questo disco è popolato da persone, alberi, laghi e vulcani, tutti incontrati durante il corso delle sue sessioni di scrittura – Ci sono le città ma anche le montagne, le colline, la cascate, i laghi, il mare, le strade tortuose, i viali, le stelle e i fanali delle macchine – racconta il cantautore.

Per accompagnare l’ascolto del disco, Vasco Brondi ha scritto il “Piccolo manuale di pop impopolare”, pubblicato con l’album nelle edizioni limitate di vinile e CD: un libro di avventure che ruotano attorno alla scrittura e alle registrazioni, tra viaggi, concerti, incontri, riflessioni. Un vero e proprio romanzo di formazione ma di un disco, un diario di bordo che raccoglie tutto quello che è esondato dalle canzoni.

Più del resto, in “Un segno di vita” si possono scorgere tanti fuochi, che possono distruggere o illuminare, bruciare o scaldare. Le canzoni che lo compongono sono fatte di ritornelli cantati forte, della vita di Vasco Brondi degli ultimi anni e degli incontri che sono stati tradotti in musica.

Su IlChatterbox abbiamo recensito

l’album così (clicca qui)

In “Un segno di vita” il cantautore ha arricchito le canzoni di suoni e umori presi a diverse parti del mondo, nei brani che lo compongono si percepisce la contaminazione delle letture – diverse, da Roberto Bolaño a Pasolini, passando per Grazia Deledda e Amelia Rosselli –  e dei viaggi tra Val D’Aosta, Canarie e deserto che hanno scandito le diverse fasi di scrittura di questo disco

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